Anelli di catena alla porta della chiesa e zucche vagabonde: alla scoperta delle storie di Moneglia
Visitare Moneglia vi porterà sulla riviera di Levante di Genova, di cui Moneglia è l’ultimo comune metropolitano. Il paese è circondato da un’ampia baia ricca di macchia mediterranea e pinete delimitata da Punta Moneglia ad ovest, più selvaggia e che può essere raggiunta soltanto percorrendo sentieri durante un’avventurosa passeggiata, e Punta Rospo ad est, che accoglie alcune zone residenziali.
Nella parte occidentale del paese scorre il torrente San Lorenzo e in quella orientale il Bisagno, tristemente famoso per le inondazioni con cui periodicamente invade il capoluogo ligure.
La storia di uno dei borghi più belli d’Italia
L’esistenza del borgo è testimoniata fin dall’epoca romana, durante la quale il borgo godeva di un’ottima posizione strategica e commerciale lungo la Via Aurelia, ma conobbe un forte sviluppo agricolo e culturale sotto i monaci longobardi, in particolare a San Colombano, i cui monaci ricevettero in dono il territorio dall’imperatore Carlo Magno. Dal 1153 fece parte del territorio della Repubblica di Genova, in nome della quale combatté e vinse la rivale repubblica di Pisa. In ricordo della gloriosa battaglia di Porto Pisano, Genova donò alla città alcuni anelli della catena con cui fu chiuso il porto di Pisa: possono ancora essere ammirati nella facciata barocca della chiesa di Santa Croce, una delle più belle del paese. La chiesa attuale risale al Settecento e fu edificata sulla pieve preesistente. Presenta una sola navata e custodisce, su uno degli altari laterali, un bellissimo crocifisso bizantino. Dopo alterne dominazioni straniere nel 1815 Moneglia entrò a far parte del Regno di Sardegna e successivamente di quello d’Italia.
Da vedere anche la fortezza di Villafranca, un antico baluardo difensivo costruito nel dodicesimo secolo e attualmente riaperto al pubblico dopo alcuni lavori di restauro e messa in sicurezza.
Visitare Moneglia durante il Carnevale della Zucca
Nessun pretesto è troppo insignificante quando i genovesi decidono di litigare tra di loro: sembra essere questa la morale della favola dei semi di zucca, ricordata alla fine di ogni carnevale con feste e varie celebrazioni. Leggenda vuole che alcuni semi di zucca trasportati dal Bisagno finirono dalla sponda di ponente su quella di levante e che, questi semi dessero origine a grandi e bellissime zucche di cui i levantini si impadronirono. Quelli di ponente ancora si lamentano del furto impunito dei loro concittadini e questa storia rivive ogni anno nel periodo di carnevale.